31 luglio 2007

Sopravvivere all'estate in città

Agosto è alle porte, l’afa sempre più opprimente e la voglia di vacanze dilata la percezione del tempo che intercorre tra un week end e l’altro. Giorni lavorativi, per molti; giorni di insopportabile attesa della programmata partenza per qualcuno, giorni qualsiasi dell’unica estate possibile per altri.

Minimo comun denominatore tra tutti? Il bisogno di ritagliarsi un angolo di vacanza, di sole, di “sabbia” anche nella città.

pescaia santa rosa

Qui siamo alla Pescaia Santa Rosa: tra Ponte alla Carraia e Ponte Amerigo Vespucci.

Lorna, una ragazza irlandese da ottobre in Italia, prende il sole dopo il lavoro.

Lorna

E’ proprio lei a darmi le prime informazioni sulla Pescaia.
Comincia ad essere frequentata a maggio, soprattutto dagli studenti stranieri, nel primo pomeriggio. La mattina, invece, è territorio di non più giovani fiorentini, per i quali la Pescaia Santa Rosa è evocativa dell’estate stessa.

Bruno, postino di lontane origini napoletane, ha finito il turno alle 14. Avendo il pomeriggio libero avrebbe potuto andare in piscina, ma ha optato per la gratuità della Pescaia, in compagnia di due amici (invisibili…) risparmiando, in vista di una serata esosa.

Bruno

Il suo amico, Lorenzo, è un habitué di questo luogo, lo frequenta da quando è a Firenze, cioè dal 1982. Mi cita pro e contro: mi parla di sporcizia, inquinamento e pavimentazione che si surriscalda fino a sfiorare i 45gradi, ma mi parla anche di libertà. Libertà di andare e venire a piacere, senza nulla chiedere e nulla dare. Libertà dell’essere nel mezzo del fiume, avvertirne il fluire.

chiare fresche e dolci acque ...

Senso di libertà: da ambo i lati lo sguardo può perdersi nel cercare la linea di un orizzonte che scivola sulla superficie dell’acqua, passa sotto e sopra i ponti, raccoglie ai lati il verde delle piante e il rosso dei mattoni, si riempie dell’azzurro del cielo, del bianco delle nuvole e così, nell’armonia, si sazia, senza voler altro cercare. Non un punto di fuga, non un altrove. Solo la quiete che il rilassante sciabordio dell’acqua culla.

pescaia santa rosa

Molto frequentata, anche più dell’asciutta Santa Rosa, è la Pescaia San Niccolò.
Qui la gente si bagna allegramente, tra papere e chissà cos’altro…

pescaia san niccolò

Ma nell'estate fiorentina c’è anche chi passa il tempo a pescare...

pescatore

Tutto comprensibile. Tutto ha un senso: sopravvivere all’estate in città.

Poi scorgo una spiaggia …

Giardino d'Estate

E’ il Giardino D’Estate, nuovo di pacca, che il Comune ha aperto quest’anno in zona San Niccolò, sulla riva dell’Arno, di fronte a Piazza Poggi.

Io, nata al mare, io, che non so pensare la spiaggia senza l’acqua,io, che nella memoria olfattiva conservo inscindibili l’odore del sole che bacia la pelle salata e quello selvaggio, dove lo scoglio infuocato dal sole viene di colpo frustato dall’onda e poi dalla stessa accarezzato mentre si diffonde, misto a sabbia e vento, l’effluvio del loro amplesso - io, resto un po’ perplessa.

Mi avvicino a due simpatiche ragazze, stese sui lettini a prendere il sole, per chiedere loro, almeno, come si faccia a stare tanto tempo sotto il sole senza potersi bagnare, (si, ok, ci sono le docce).
Sono Tatiana e Jatzivy, vengono dal Messico e sono qui per “lavorare e vivere la vita”.

Tatiana

Jatzivy

Mi spiegano che la spiaggia è un scelta dettata dal poco tempo a disposizione. Se hanno solo poche ore libere preferiscono venire qui, che è gratis, piuttosto che in piscina, dove si paga l’ingresso per l’intera giornata. Inoltre, rispetto agli altri,già citati, luoghi, il Giardino d’Estate è comodo, pulito e controllato.

Certo, i comfort sono indubbiamente il punto di forza del Giardino d’Estate.
Vado a parlare con i bagnini per avere un’idea più compiuta dei servizi offerti.

Ritrovo un volto conosciuto, sebbene in ben altra mise

Andrea

Andrea, conosciuto come bravissimo breaker sotto i portici, qui fa il bagnino.
Oggi lavora in coppia con Danilo.

Danilo

Monitorano la spiaggia, l’acqua (anche se vige il divieto di balneazione), registrano gli ospiti, aiutano, se serve, per il trasporto e il montaggio dell’attrezzatura (di norma self service) e sono disponibili e gentili per qualsiasi cosa.

Gli ospiti della Spiaggia sull’Arno possono noleggiare gratuitamente sdraio, ombrellone, lettino e sedie dietro presentazione di un documento d’identità. La gestione e il controllo dell’area sono garantiti dalla protezione civile del Comune in collaborazione con due associazioni di volontariato:Croce Rossa Italiana Comitato Locale Firenze e Società Nazionale di Salvamento Sezione di Firenze.

Il Giardino sull’Arno è dotato di un campo da beach volley, e parto alla ricerca di aspiranti giocatori.

Conosco Sébastien, Ladina e Christine.

Christine, Sébastien, Ladina

Sébastien e Ladina sono svizzeri mentre Christine è austriaca. Sono compagni di corso nella scuola estiva d’italiano e sono in impaziente attesa della squadra avversaria.

Affronto di nuovo la canicola per raggiungere una ragazza fresca come un fiore nonostante l’implacabile sole.

Si chiama Zelia, simpaticissima, fiorentina di nascita, olandese di adozione, a Firenze per il matrimonio di un’amica.

Zelia

Praticamente appena arrivata, ha trovato la spiaggia bella pronta e pure vicino casa! Rimpiange la vecchia Oasi delle Cascine ma questa Spiaggia le piace proprio. Ride del mio evaporare al sole (si, ma io ero in jeans!) e delle mie battute, forse dovute appunto al caldo :)

Tornata dai miei bagnini preferiti, e soprattutto al loro gazebo, la cui ombra mi appare come un miraggio, noto l’impianto di nebulizzazione e raffreddamento dell’aria posto sotto i gazebi.
Questo vapore che si vede (poco) sono spruzzini d’acqua

impianto di raffreddamento

Appagata la mia curiosità, temporaneamente rinfrescata e alquanto divertita, saluto e auguro a tutti, ovunque la trascorreranno, ovunque la trascorrerete, un’estate ricca di emozioni, seduzioni e attimi infiniti, che restano dentro come tatuaggi poli sensoriali della memoria.

(per vedere altre foto, cliccare qui. nei prossimi giorni ne uploaderò altre)

09 luglio 2007

Break dance sotto i portici

Ero appena scesa dall'autobus, al capolinea del 22, in via de’ Vecchietti.
Da lì, con passo cadenzato dal ritmo del mio iPod, giravo da via de’ Pecori per raggiungere il luogo del mio appuntamento.
Qualche metro prima della meta tuttavia, mi si presentò questa scena:

breaker

Superfluo aggiungere che il mio appuntamento slittò, e di parecchio. Diciamo pure che me ne dimenticai. Opss…
L’interesse, in un primo tempo sollecitato dall’inatteso e spettacolare, non è stato tuttavia trattenuto dal vedere sovvertite le leggi di gravità ma dall’insieme di stimoli in atto.

Stili diversi

Siamo sotto il prolungamento dei portici di Piazza della Repubblica, in direzione Duomo. La strada parallela a via Roma. La strada che di giorno è tutta banche e turisti frettolosi di raggiungere il prossimo obiettivo. La strada che la sera si svuota, restando ai margini della passeggiata, al chiar di insegne di negozi chiusi, e di bar e gelaterie, tra un corridoio e l’altro dello straordinario museo en plain air di Firenze.

Gruppo multietnico. Musica. Acrobazie.
Pubblico di ogni età: dai bambini agli anziani.

spettatori

Artisti di strada? Non ci sono cappelli rovesciati, cassette, piattini.
Sembrano appena accorgersi degli spettatori ma a dir la verità non danno a vedere di curarsene, se non attraverso qualche virtuosismo.

garrison

Dalla ripetizione di gesti perfettivi si percepisce che non si tratta di uno spettacolo ma di un allenamento.

allenamento

A ben guardare ciascuno di loro ha un suo stile di breaking diverso. A parità di passi non hanno la stessa preparazione ma hanno , questo è palpabile, la stessa passione.

Old school

Osservo il loro rapportarsi, il loro modo di salutarsi.
A dimostrazione dell'appartenenza a un gruppo, hanno un loro simbolico saluto. Una sequenza di gesti che in ordine indicano: uguaglianza, fratellanza, fermezza del saluto e last but not least, rispetto.

Così mi spiega Gerson, 22 anni, nato a El Salvador e trasferitosi in Italia con la famiglia 8 anni fa. Qui è sbocciata la sua passione per la break dance, dopo averla vissuta e respirata sui marciapiedi della sua città natale.

Gerson

Lui insegna break dance in una palestra a Prato e da Prato viene qui, la sera, tra le 21 e le 24. Perché un conto è il lavoro, dove è in qualche modo vincolato a delle regole di insegnamento, un altro è dare sfogo alla propria passione. Lasciarsi andare alla musica e ballare. E la Break è rottura, rottura delle regole della danza. Mi spiega.

Le uniche regole sono già nel loro saluto, e sono regole indiscutibili: uguaglianza, fratellanza e rispetto.

Uguaglianza: di sesso, di cultura, di origini, di età, di professione, di stile.
Qualche esempio del principio di uguaglianza?

Arlind, 24 anni, è di origini albanesi.

Arlind

Oscar, 18 anni, peruviano.

Oscar

Alessandro, 20 anni, fiorentino.

Alessandro

Vastir, 16 anni, moldavo.

Vastir

Jacopo, 23 anni, di Grosseto.

Jacopo

Jonathan, 17 anni, peruviano.

Jonathan

Omi, 24 anni, persiano.

Omi

Le loro biografie, sono così diverse e difficilmente accostabili che spesso, quando il loro arrivo in Italia è recente, l’unico e solo linguaggio comune è la passione per la break dance.

Non tutti hanno gli stessi anni di allenamento alle spalle, non hanno la stessa preparazione tecnica, la stessa cultura della break dance. Yang è di Taiwan, in Italia da 8 mesi per motivi di studio. Una sera, di un mesetto fa, li ha visti allenarsi, ha chiesto, tra la timidezza caratteriale e il suo buffo italiano, se poteva ballare con loro. Ed eccola provare e riprovare una verticale.

Yang

Uguaglianza e fratellanza. Aiutarsi: per un passo che non si conosce, uno che non riesce. Gli stili sono diversi e si mescolano vivacemente. Tutti sono pronti ad insegnare e tutti ad imparare. Qui Marianna, 18enne di Avellino, che balla da 4 anni, spiega un passo ad un ragazzo nuovo, che si allena con loro da soli 3 giorni.

Marianna

Rispetto è rispetto del diverso, del nuovo, dello sconosciuto. Rispetto è dare spazio quando si avvicina un altro: ci si sposta, si balla a turno. Rispetto è nei confronti dello sfidante in un contest, dove è ammessa la competizione ma non gesti offensivi, come può essere, simbolicamente, il lancio del cappellino sull’avversario. Rispetto del verdetto della giuria. Rispetto del vinto.

I ragazzi d'inverno si allenano in palestra, qui vengono d’estate, ai primi caldi. Jacopo mi dice che qui è molto più bello perché si è a contatto con la gente, con la strada. Ma non tutti la pensano così.

Reza, israeliano, dice che cerca di non pensare che ci sono spettatori. Lo mette in soggezione sapere di essere osservato. Lui vuole solo ballare.

Reza

Molti di questi ragazzi non erano neanche nati quando la break arrivò in Italia. Alcuni neanche quando s’iniziò a ballare su questo perfetto marmo. Era il 1984.

A quello storico gruppo apparteneva il campione del mondo di hip hop (1994) ed eletric bolgie (1996) , Luca Miniati, in arte Led.

Ora insegna break dance ed hip hop ma riesce a trovare il tempo di andare, di tanto in tanto, a ballare con i ragazzi, sotto questo portico da cui tutto ebbe inizio, dove libertà e passione mettono in sintonia corpo e musica.