28 marzo 2008

Simmetrie soggettive

La genesi di questo racconto ne determina lo sviluppo, lo stile, il tono inusitato.

Scenografia e partitura: una randagia sera, senza stelle fisse, solo complanari pianeti dispersi; sera incerta, tra il freddo, che forse non c’è, e il caldo che, forse, verrà.

Al telefono, la voce troppo lontana di una persona vicina:Dove sei? Raccontami …

Viaggi infiniti con i suoi occhi. Infiniti viaggi con i miei occhi.

La voce è un sospiro, che, carico dell’anima che l’accorda e la musica, attraversa il corpo, si forgia nella mente e si spande dal cuore.

Così generate, le parole cesellano l’immagine che lentamente si perfeziona di chiaro scuri e si fa complice condivisione di ciò che erompe dalle profondità offese dalla breccia centrata nel nero che l’iride incornicia e talvolta dissimula.

Sto guardando la sedicente quiete ammettersi caos. Ha un fascino maledetto questo sottile confine.

Come lycra, satinato artificio, la superficie del fiume si lascia scorrere; pigra. Carezza, incosciente, l’orlo di un limite inatteso quanto provvido e, per un saltello, crolla, a picco, tra scrosci d’incontenibile, confusa rabbia che schiuma le acque. Il moto convulso destruttura l’ordine dato, e, dal fondo in cui erano costretti, tornano a galla residui di ciò che è stato, comunque sia stato. Il fluire di tutto il tempo mai potrà eliminarli. Non del tutto. Mai.

E’ come una vertigine, sono perdutamente attratta dall’abisso che bulimico inghiotte e vomita e decompone ogni immagine che s’infrange sulla superficie increspata da ferite che si rinnovano. E queste luci, che non possono illuminare, sgretolate, ridotte in minuscole scaglie d’oro e argento, evidenziano la preziosità di questo nero così incessantemente vivo. Quelle stesse immagini, quelle stesse luci, che poco prima si specchiano tronfie, così nitide, così plagiate. Ora è tutto in discussione, nella forma e nell’idea, avvolto dalla bruma e riempito di profondità ruvide, necessarie, esistite.

Osservo l’acqua arrivare al punto di non ritorno. Fermo immagine prima della nuova coscienza. E penso. In bilico.

E’ tra i miei posti preferiti di Firenze. Suggestivo. Soggettivo. Mio.

simmetrie soggettive

09 febbraio 2008

Librovagando, il Bibliobus fiorentino

Ieri, mentre, essudante pazienza, tenevo all’orecchio il cellulare e mi sorbivo il 45° minuto di una, in termini eufemistici descrivibile, logorroica telefonata - l’ideale dopo una settimana lunghissima- facendo il giro del centro n volte con la mia proverbiale andatura da podista, avevo già smaltito il pranzo a base di ottimo lampredotto, quando, cambiando direzione, mi sono trovata davanti questo autobus.

bibliobus

(Ho attaccato il telefono,ndr.)

Già questa scritta, liberamente ispirata al noto emistichio virgiliano, mi conquista.

omnia vincit liber

Gli giro intorno.

veng' anch' io :)

E’ il Bibliobus! Avevo sentito parlare, tempo fa, di questa iniziativa, presente un po’ in tutte le città, da Milano a Roma, Foggia (…) ma non l’avevo mai visto.

Curiosità atavica addizionata dall’attrazione, quasi fisica, per i libri, entro.

Osservo, in silenzio.

interno del bibliobus

Devo ammettere, d’impatto ha un'architettura interna alquanto bizzarra e credo la sensazione sia da imputarsi, non banalmente, al vedere così disposti i libri, in questi ordinatori di plastica.

libri nel bibliobus

Originale l'ecologica decorazione interna.

decorazione ecologica

L’ambiente risulta, complessivamente e, oserei dire, anche in virtù delle sua bizzarria, intrigante.
Questo costringe a soffermarsi, prima di dare una qualunque valutazione.

bibliobus

Dell’autobus che è stato restano struttura, alcuni sedili, finestrini, porte, il pulsante per prenotare la fermata e, ovviamente, volante e motore!
Ma si respira un’altra aria.

L’aria di altri viaggi, quelli in cui non c’è bisogno di mettere in moto, basta scegliere uno scrigno di carta ed aprirlo, penetrare il seducente codice verbale e costruirsi e destrutturarsi e aprirsi e comprendere e crescere e immaginare e scoprire nuovi sensi e ritrovarne di già noti e sopiti.

Non sarà per caso che manca l’obliteratrice. Qui il biglietto si prende in prestito in vettura e si porta via per 30 giorni.

C’è una ragazza seduta, che legge. E’ Elena, volontaria dell’Associazione Auser.

librovagando

Il progetto bibliobus a Firenze ha preso il curioso nome di Librovagando.
Divenuto operativo un anno fa, proprio nel mese di febbraio, è il frutto di un lungo percorso che coinvolge oltre il Comune di Firenze, quello di Bagno a Ripoli e i consigli di quartiere, l'associazione di volontariato Auser, il Cesvot, lo Sdiaf, il Dipartimento di architettura dell'università di Firenze, le biblioteche di Firenze e Bagno a Ripoli, le case editrici, associazioni del volontariato e compagnie teatrali.

Ad Elena chiedo dove ci troviamo. Mi piace troppo, dopo aver lasciato parlare i luoghi, farmeli raccontare dalle persone che li abitano.

Elena

Lei mi spiega che è un servizio di biblioteca mobile.

Tessera d’iscrizione, libri in prestito e in consultazione … Funziona come una qualsiasi biblioteca, solo che è itinerante! Si possono effettuare prenotazioni, anche telefoniche, il libro richiesto verrà portato dal bibliobus al quartiere nei luoghi e nelle tappe indicate nel calendario.
La riconsegna può essere fatta sia sul bibliobus, sia alla sede dell’Associazione Auser (via Lanza n.33, Firenze).

L’autobus è stato messo a disposizione dall’Ataf.

I libri sono in parte donazione di privati, in parte dono della Biblioteca comunale di Bagno a Ripoli.

Gli autisti, che svolgono anch'essi un servizio volontario, sono dipendenti Ataf in pensione.

Al volante della letteratura viaggiante ora c’è il simpaticissimo Pierluigi.

Pierluigi

Sempre lui, nella diciamo artistica, opinabile, sì, ma certo particolare, foto sottostante, scattata sfruttando il riflesso del vetro per dar rilievo alla magnifica cornice della brunelleschiana piazza e, nella fattispecie, della retrostante Basilica della Santissima Annunziata.

Pierluigi alla guida

Mi dicono che in realtà l’autobus avrebbe dovuto sostare proprio dentro la piazza, che, essendo area pedonale, deve essere resa accessibile dai Vigili, ma c’è stato un fraintendimento sull’orario di sosta autorizzata. Nessuno gli ha aperto e così, l’autobus è rimasto posteggiato sul limitare della piazza.

Vorrei sapere da loro, e di loro, di più ma l’autobus deve ripartire.

cultura in viaggio

Mi sono però documentata e segnalo l'aspetto più significativo, a mio giudizio, di quest'iniziativa: le possibilità offerte alle categorie più deboli, che i libri vengano, ad esempio, direttamente portati e letti al domicilio degli anziani che non possono uscire di casa o che si trovano nelle Residenze Sanitarie Assistite.

Decisamente un bel progetto, non pensate?

Una pecca è che non si trovi on-line un calendario aggiornato (almeno io non l'ho trovato. Eccetto uno, che comunque afferisce al mese di gennaio, e riporta unicamente gli appuntamenti previsti nel Comune di Bagno a Ripoli. Fatemi sapere se lo trovate voi.)

Il calendario di febbraio lo potete trovare sul Bibliobus, il prossimo appuntamento è per mercoledì 13 febbraio,dalle ore 16:00 alle ore 17:30,nella Piazza Medaglie d'Oro, quartiere 5.

E buona lettura a tutti!

12 novembre 2007

Sulle biciclette, i furti e gli incauti acquisti

Corollario al precedente post

incauto acquisto

derubato ancora confidente nel genere umano

(cliccate sulla foto per vedere meglio il cartello)

16 ottobre 2007

Lo sport più completo? La bicicletta! a Firenze

Incipit anomalo, con manifesta accusatio, per l'excusatio ai cultori della lingua italiana cui mi preme illustrare il motivo d’uso dell’espressione “la bicicletta”.

Trattasi di sport “totale”: comprende non il solo “andare in bicicletta” ma anche l’averla e, soprattutto tenersela (il più possibile integra).

Procediamo per gradi l’esegesi della mia affermazione: sport più completo.

Istruttori di fitness pronti a ribattere che è il nuoto (o l’aero qualche cosa) lo sport più completo, abbiate pazienza, lasciate che spieghi.
Chi ha avuto una bicicletta, a Firenze (anche se gli è durata poco più di una settimana ), sa di cosa sto parlando.

Pedalare fa bene, è uno sport aerobico, migliora la circolazione. Se poi pedalate a Firenze ai benefici della pedalata aerobica si aggiunge una stimolazione meccanica: un vibromassaggio, che mette a dura prova la più ostinata delle celluliti. (avvertenze: lo shakeramento è esteso a tutto il corpo. Se dopo mezz’ora il vostro neurone assume le fattezze e l’acume di una biglia del flipper, scendete e conducete a mano la bicicletta fino alla normalizzazione delle vostre facoltà)

Pavimentazione di molte strade del centro:

in bici 069

C’è sempre l’alternativa: pedalare in piedi. Il che rassoda i glutei (e in una settimana avrete dei polpacci che neanche Ringhio)

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Degno di nota l’effetto snellente che pedalare in città ha sul punto vita, (roba che neanche con l’hula hoop) , a forza di torsioni del busto per evitare di essere investiti, specie nelle stradine strette strette, dove lo spazio è così scarso che al primo affiancamento di un autobus, accumulerete financo benefit economici: avrete risparmiato sullo stiraggio dei capelli per 6 mesi (per una capigliatura uniforme, si consiglia di transitare una volta sulla destra e una sulla sinistra della carreggiata).

Lo so che ci sono le piste ciclabili. Diamine, certo che lo so! Mica mi perdo il divertimento dello slalom gigante tra i pedoni, magari anche distratti dal trovarsi sul lungarno.

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Ma lo sport vero, lo si apprezza appieno sulle piste ciclabili dei viali.
Tutti i muscoli sono sollecitati nel tentativo di superare indenni curve a gomito, con ostacoli, pendenze e griglie scivolose.

in bici 006

Il pezzo meglio è questo:

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Notate: questa è già la seconda curva. la cabina telefonica ostacola la visuale sull’utilissimo spartitraffico tra le due corsie. Il tutto a ridosso di un incrocio.

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(per intendersi: uno supera la curva uno, galvanizzato, la due e pensa” azz! che bravo! E manco sono caduto!”. Poi si ritrova lo spartitraffico davanti alla ruota, se non c’è un’altra bici, si butta da un lato, correndo sempre il rischio di finire stampigliato sulla fiancata di un autobus che sta immettendosi su via Nazionale.)

E che dire di quest’altro tratto? Fenomenale!

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Non sapevo che per andare in bicicletta occorresse saper leggere i segnali stradali.
(n.b.:di fronte c'è una scuola elementare: bambini. )

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Il rischio, che aumenta in condizioni di scarsa visibilità, è di finire qui:

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Ma torniamo a noi, alla completezza dello sport “ho una bici a Firenze” .

Piove. La strada si presenta così.

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Torniamo sula pista ciclabile:

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Ecco, appunto ...

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alleniamo i muscoli antero-laterali dell'addome e i quatricipiti femorali:

in bici 023


gradatamente, senza forzare troppo, passate al livello successivo: addominali più interno ed esterno coscia

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Non vi ho ancora convinti? M’impegno.
Chi ha subito il furto di una bici, dato che neanche un asino cade due volte nella stessa buca, compra catene a kili, = pesi da portare = allenamento.
E poi, aguzza l’ingegno, studia i metodi e i luoghi più sicuri per la sua biciclettina adorata (ok, non sempre sono i migliori )

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Il parcheggio selvaggio esiste anche tra i ciclisti (che divengono in breve furto fobici)

bici 015

C’è chi si preoccupa di lasciare un cartello pregando di non legare bici sopra la sua.

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Ha funzionato! Nessuno si è permesso. Mica aveva scritto di non rubargli il sellino ...

Allucchettare una bicicletta è un’arte. La si apprende col tempo e l'esperienza segnante di un furto.
Basta una piccola distrazione, basta non considerare un pezzo che opss… non ve lo ritrovate più.
C’è chi si ritrova senza una ruota

7-10 004

E chi senza entrambe

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Ma non crediate ora che basti pensare alle ruote...

bici 003

C’è tutto uno studio da fare prima di quel click che vi può salvare la bicicletta. Ognuno elabora una strategia difensiva.
C’è chi la solleva, per legarla al palo più robusto

bici 009

Chi, in mancanza d’altro, la lega ad un albero

bici 022

La paura fa novanta, insomma

bici 031

Forse non vi avrò convinto, d'altronde era una scusa per fare il mio personale outing: a me hanno rubato ben 4 bici :(

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Sob

Non mi sono iscritta in palestra quest’anno. Ho comprato due catene, costatemi più della bici e pesanti quasi più di me. E ogni mattina, invece del Surya Namaskar , io saluto la bici, con un estasiato, poco yoga, molto yeah : “ohoh, ci sei ancora”, "ohoh"! :)

28 settembre 2007

s-punti di vista

Firenze, la bella Firenze. Firenze da assaporare.
Firenze, da svelare lasciandosi sedurre da ogni nuova stradina e nel conosciuto aprirsi all'ignoto. Senza indugio, passo lento e sguardo attento. Lo sguardo avido di chi di bello mai è sazio e d’incuriosirsi ha sempre appena cominciato.

Sono solita fare lunghe passeggiate, tendendo a quel qualcosa che potrebbe essere dietro ogni prossimo angolo.
A volte è la mia ombra, che fuggo e ignara inseguo, più volte è la serendipità.

La città è un mondo da esplorare, che non finisce mai di sorprendere.
Un mondo di luoghi parlanti. Linguaggi da interpretare per storie impolverate dalla disattenzione e sepolte dalla frenesia quotidiana.

Un mondo dove, se solo osservi un attimo, rallentando il passo e alzando la testa dallo schermo del cellulare, trovi cose che non immagineresti mai di trovare, là dove le trovi.

Un carrello della spesa abbandonato in mezzo al Parco della Fortezza, proprio di fronte all’incrocio dei viali.

paesaggio urbano ...

Due paia di scarpe lanciate (o appese?) ad un cavo teso tra due palazzi, in Oltrarno.

trova l'intruso :)

Una bici che nella buia notte, la fondatissima paura dei ladri (in realtà in servizio 24 ore su 24), ha spinto ad assicurare più saldamente possibile alla serranda di un esercizio commerciale, senza porre mente che suddetto esercizio di giorno deve aprire.

pur di non farsela rubare

Una vecchia televisione abbandonata in pieno centro (siamo in via De’ Medici)

cosa non si trova, curiosando per la città

Un albero di cuscini




Aggiungo, a margine del post di rientro dalla lunga assenza, come bonus track per i lettori del blog, una foto scattata durante una gita fuori porta:
un vecchio scarpone riabilitato come fioriera.

E’ un’immagine che mi ha colpita: sintesi di opposti.

Il bello, delicato e sensibile può metter radici e fiorire anche nel più ruvido e grezzo cuoio.

scarpone profumoso a colori

Per via di contrasto si genera armonia.

31 luglio 2007

Sopravvivere all'estate in città

Agosto è alle porte, l’afa sempre più opprimente e la voglia di vacanze dilata la percezione del tempo che intercorre tra un week end e l’altro. Giorni lavorativi, per molti; giorni di insopportabile attesa della programmata partenza per qualcuno, giorni qualsiasi dell’unica estate possibile per altri.

Minimo comun denominatore tra tutti? Il bisogno di ritagliarsi un angolo di vacanza, di sole, di “sabbia” anche nella città.

pescaia santa rosa

Qui siamo alla Pescaia Santa Rosa: tra Ponte alla Carraia e Ponte Amerigo Vespucci.

Lorna, una ragazza irlandese da ottobre in Italia, prende il sole dopo il lavoro.

Lorna

E’ proprio lei a darmi le prime informazioni sulla Pescaia.
Comincia ad essere frequentata a maggio, soprattutto dagli studenti stranieri, nel primo pomeriggio. La mattina, invece, è territorio di non più giovani fiorentini, per i quali la Pescaia Santa Rosa è evocativa dell’estate stessa.

Bruno, postino di lontane origini napoletane, ha finito il turno alle 14. Avendo il pomeriggio libero avrebbe potuto andare in piscina, ma ha optato per la gratuità della Pescaia, in compagnia di due amici (invisibili…) risparmiando, in vista di una serata esosa.

Bruno

Il suo amico, Lorenzo, è un habitué di questo luogo, lo frequenta da quando è a Firenze, cioè dal 1982. Mi cita pro e contro: mi parla di sporcizia, inquinamento e pavimentazione che si surriscalda fino a sfiorare i 45gradi, ma mi parla anche di libertà. Libertà di andare e venire a piacere, senza nulla chiedere e nulla dare. Libertà dell’essere nel mezzo del fiume, avvertirne il fluire.

chiare fresche e dolci acque ...

Senso di libertà: da ambo i lati lo sguardo può perdersi nel cercare la linea di un orizzonte che scivola sulla superficie dell’acqua, passa sotto e sopra i ponti, raccoglie ai lati il verde delle piante e il rosso dei mattoni, si riempie dell’azzurro del cielo, del bianco delle nuvole e così, nell’armonia, si sazia, senza voler altro cercare. Non un punto di fuga, non un altrove. Solo la quiete che il rilassante sciabordio dell’acqua culla.

pescaia santa rosa

Molto frequentata, anche più dell’asciutta Santa Rosa, è la Pescaia San Niccolò.
Qui la gente si bagna allegramente, tra papere e chissà cos’altro…

pescaia san niccolò

Ma nell'estate fiorentina c’è anche chi passa il tempo a pescare...

pescatore

Tutto comprensibile. Tutto ha un senso: sopravvivere all’estate in città.

Poi scorgo una spiaggia …

Giardino d'Estate

E’ il Giardino D’Estate, nuovo di pacca, che il Comune ha aperto quest’anno in zona San Niccolò, sulla riva dell’Arno, di fronte a Piazza Poggi.

Io, nata al mare, io, che non so pensare la spiaggia senza l’acqua,io, che nella memoria olfattiva conservo inscindibili l’odore del sole che bacia la pelle salata e quello selvaggio, dove lo scoglio infuocato dal sole viene di colpo frustato dall’onda e poi dalla stessa accarezzato mentre si diffonde, misto a sabbia e vento, l’effluvio del loro amplesso - io, resto un po’ perplessa.

Mi avvicino a due simpatiche ragazze, stese sui lettini a prendere il sole, per chiedere loro, almeno, come si faccia a stare tanto tempo sotto il sole senza potersi bagnare, (si, ok, ci sono le docce).
Sono Tatiana e Jatzivy, vengono dal Messico e sono qui per “lavorare e vivere la vita”.

Tatiana

Jatzivy

Mi spiegano che la spiaggia è un scelta dettata dal poco tempo a disposizione. Se hanno solo poche ore libere preferiscono venire qui, che è gratis, piuttosto che in piscina, dove si paga l’ingresso per l’intera giornata. Inoltre, rispetto agli altri,già citati, luoghi, il Giardino d’Estate è comodo, pulito e controllato.

Certo, i comfort sono indubbiamente il punto di forza del Giardino d’Estate.
Vado a parlare con i bagnini per avere un’idea più compiuta dei servizi offerti.

Ritrovo un volto conosciuto, sebbene in ben altra mise

Andrea

Andrea, conosciuto come bravissimo breaker sotto i portici, qui fa il bagnino.
Oggi lavora in coppia con Danilo.

Danilo

Monitorano la spiaggia, l’acqua (anche se vige il divieto di balneazione), registrano gli ospiti, aiutano, se serve, per il trasporto e il montaggio dell’attrezzatura (di norma self service) e sono disponibili e gentili per qualsiasi cosa.

Gli ospiti della Spiaggia sull’Arno possono noleggiare gratuitamente sdraio, ombrellone, lettino e sedie dietro presentazione di un documento d’identità. La gestione e il controllo dell’area sono garantiti dalla protezione civile del Comune in collaborazione con due associazioni di volontariato:Croce Rossa Italiana Comitato Locale Firenze e Società Nazionale di Salvamento Sezione di Firenze.

Il Giardino sull’Arno è dotato di un campo da beach volley, e parto alla ricerca di aspiranti giocatori.

Conosco Sébastien, Ladina e Christine.

Christine, Sébastien, Ladina

Sébastien e Ladina sono svizzeri mentre Christine è austriaca. Sono compagni di corso nella scuola estiva d’italiano e sono in impaziente attesa della squadra avversaria.

Affronto di nuovo la canicola per raggiungere una ragazza fresca come un fiore nonostante l’implacabile sole.

Si chiama Zelia, simpaticissima, fiorentina di nascita, olandese di adozione, a Firenze per il matrimonio di un’amica.

Zelia

Praticamente appena arrivata, ha trovato la spiaggia bella pronta e pure vicino casa! Rimpiange la vecchia Oasi delle Cascine ma questa Spiaggia le piace proprio. Ride del mio evaporare al sole (si, ma io ero in jeans!) e delle mie battute, forse dovute appunto al caldo :)

Tornata dai miei bagnini preferiti, e soprattutto al loro gazebo, la cui ombra mi appare come un miraggio, noto l’impianto di nebulizzazione e raffreddamento dell’aria posto sotto i gazebi.
Questo vapore che si vede (poco) sono spruzzini d’acqua

impianto di raffreddamento

Appagata la mia curiosità, temporaneamente rinfrescata e alquanto divertita, saluto e auguro a tutti, ovunque la trascorreranno, ovunque la trascorrerete, un’estate ricca di emozioni, seduzioni e attimi infiniti, che restano dentro come tatuaggi poli sensoriali della memoria.

(per vedere altre foto, cliccare qui. nei prossimi giorni ne uploaderò altre)