Incipit anomalo, con manifesta accusatio, per l'excusatio ai cultori della lingua italiana cui mi preme illustrare il motivo d’uso dell’espressione “la bicicletta”.
Trattasi di sport “totale”: comprende non il solo “andare in bicicletta” ma anche l’averla e, soprattutto tenersela (il più possibile integra).
Procediamo per gradi l’esegesi della mia affermazione: sport più completo.
Istruttori di fitness pronti a ribattere che è il nuoto (o l’aero qualche cosa) lo sport più completo, abbiate pazienza, lasciate che spieghi.
Chi ha avuto una bicicletta, a Firenze (anche se gli è durata poco più di una settimana ), sa di cosa sto parlando.
Pedalare fa bene, è uno sport aerobico, migliora la circolazione. Se poi pedalate a Firenze ai benefici della pedalata aerobica si aggiunge una stimolazione meccanica: un vibromassaggio, che mette a dura prova la più ostinata delle celluliti. (avvertenze: lo shakeramento è esteso a tutto il corpo. Se dopo mezz’ora il vostro neurone assume le fattezze e l’acume di una biglia del flipper, scendete e conducete a mano la bicicletta fino alla normalizzazione delle vostre facoltà)
Pavimentazione di molte strade del centro:
C’è sempre l’alternativa: pedalare in piedi. Il che rassoda i glutei (e in una settimana avrete dei polpacci che neanche Ringhio)
Degno di nota l’effetto snellente che pedalare in città ha sul punto vita, (roba che neanche con l’hula hoop) , a forza di torsioni del busto per evitare di essere investiti, specie nelle stradine strette strette, dove lo spazio è così scarso che al primo affiancamento di un autobus, accumulerete financo benefit economici: avrete risparmiato sullo stiraggio dei capelli per 6 mesi (per una capigliatura uniforme, si consiglia di transitare una volta sulla destra e una sulla sinistra della carreggiata).
Lo so che ci sono le piste ciclabili. Diamine, certo che lo so! Mica mi perdo il divertimento dello slalom gigante tra i pedoni, magari anche distratti dal trovarsi sul lungarno.
Ma lo sport vero, lo si apprezza appieno sulle piste ciclabili dei viali.
Tutti i muscoli sono sollecitati nel tentativo di superare indenni curve a gomito, con ostacoli, pendenze e griglie scivolose.
Il pezzo meglio è questo:
Notate: questa è già la seconda curva. la cabina telefonica ostacola la visuale sull’utilissimo spartitraffico tra le due corsie. Il tutto a ridosso di un incrocio.
(per intendersi: uno supera la curva uno, galvanizzato, la due e pensa” azz! che bravo! E manco sono caduto!”. Poi si ritrova lo spartitraffico davanti alla ruota, se non c’è un’altra bici, si butta da un lato, correndo sempre il rischio di finire stampigliato sulla fiancata di un autobus che sta immettendosi su via Nazionale.)
E che dire di quest’altro tratto? Fenomenale!
Non sapevo che per andare in bicicletta occorresse saper leggere i segnali stradali.
(n.b.:di fronte c'è una scuola elementare: bambini. )
Il rischio, che aumenta in condizioni di scarsa visibilità, è di finire qui:
Ma torniamo a noi, alla completezza dello sport “ho una bici a Firenze” .
Piove. La strada si presenta così.
Torniamo sula pista ciclabile:
Ecco, appunto ...
alleniamo i muscoli antero-laterali dell'addome e i quatricipiti femorali:
gradatamente, senza forzare troppo, passate al livello successivo: addominali più interno ed esterno coscia
Non vi ho ancora convinti? M’impegno.
Chi ha subito il furto di una bici, dato che neanche un asino cade due volte nella stessa buca, compra catene a kili, = pesi da portare = allenamento.
E poi, aguzza l’ingegno, studia i metodi e i luoghi più sicuri per la sua biciclettina adorata (ok, non sempre sono i migliori )
Il parcheggio selvaggio esiste anche tra i ciclisti (che divengono in breve furto fobici)
C’è chi si preoccupa di lasciare un cartello pregando di non legare bici sopra la sua.
Ha funzionato! Nessuno si è permesso. Mica aveva scritto di non rubargli il sellino ...
Allucchettare una bicicletta è un’arte. La si apprende col tempo e l'esperienza segnante di un furto.
Basta una piccola distrazione, basta non considerare un pezzo che opss… non ve lo ritrovate più.
C’è chi si ritrova senza una ruota
E chi senza entrambe
Ma non crediate ora che basti pensare alle ruote...
C’è tutto uno studio da fare prima di quel click che vi può salvare la bicicletta. Ognuno elabora una strategia difensiva.
C’è chi la solleva, per legarla al palo più robusto
Chi, in mancanza d’altro, la lega ad un albero
La paura fa novanta, insomma
Forse non vi avrò convinto, d'altronde era una scusa per fare il mio personale outing: a me hanno rubato ben 4 bici :(
Sob
Non mi sono iscritta in palestra quest’anno. Ho comprato due catene, costatemi più della bici e pesanti quasi più di me. E ogni mattina, invece del Surya Namaskar , io saluto la bici, con un estasiato, poco yoga, molto yeah : “ohoh, ci sei ancora”, "ohoh"! :)
16 ottobre 2007
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