07 giugno 2007

Mercato di Sant'Ambrogio

Sono le 8:00 del mattino quando, ricostruendo a ritroso il percorso di sacchetti della spesa insoliti: per luogo, orario e assenza di marchio; mi ritrovo nel mercato rionale forse più antico di Firenze: Sant’Ambrogio.
Nel quartiere di Santa Croce.

Mercato

Il mercato è aperto tutti i giorni, tranne la domenica, dalle 7:00 alle 14:00.

Scelgo che sia Claudia a introdurmi nella vita del mercato.

Claudia

A cominciare dalla sua, introduzione: suo marito e suo cognato sono proprietari di un banco fisso, da 15 anni: una licenza che si tramanda da generazione in generazione.
Così lei e Roberta, sua cognata, un anno e mezzo fa, hanno deciso di avviarne un secondo.

Claudia e Roberta

Il banco del marito è proprio di fronte, ma mi spiegano che ci sono banchi con piazzola assegnata e banchi “a sorteggio”.
Il discorso è complicato ed anche lungo da spiegare in questa sede.

Lo descrivo parzialmente e per sommi capi: in pratica la mattina, chi ha il posto fisso deve timbrare un cartellino entro le 8:00 ed aprire il banco. Intanto gli ambulanti girano per i mercati e si segnano in lista di attesa.

C’è una cooperativa che si occupa di monitorare le attività delle piazze.

Se, dopo le 8:00, manca qualcuno, il suo posto può essere occupato da un ambulante, per quel giorno.

Claudia e Roberta

Lascio le gentilissime e molto simpatiche ragazze a lavorare; gli ho rubato un bel pò di tempo ma è stato davvero istruttivo parlare con loro.

Continuando il giro tra tricolori di verdure, golose ciliegie e sorrisi di angurie porporine, la mia attenzione viene richiamata dalla voce di una signora che dà alla cliente consigli di cucina.

Paola

Il vero valore aggiunto di fare la spesa nei mercati o nei piccoli negozi è il rapporto umano. Impagabile.

La qualità della merce, certo, ma soprattutto la relazione.
La qualità della relazione.

Resto ad ascoltare. La cosa che mi affascina di più è il clima di fiducia, che coinvolge anche i clienti occasionali.

Paola lavora qui da 5anni.

Paola

Il banco è di sua nipote: figlia di sua sorella, Clara.

Clara è al banco di fronte attorniata da cassette di succosa frutta.

Clara

Clara mi dice che in pratica lei c’è nata in questo mercato.

Titolare della licenza, anche di questo banco, è la figlia, insieme a suo genero. Il genero ora è in giro con il furgone a fare rifornimento di prodotti.

Clara

Paola intanto prepara le buste per gli ordini lasciati da singoli clienti e dai vicini ristoranti.

Paola

La piazza è un po’ defilata , nascosta alle strade più battute dai turisti e svantaggiata dall’essere in centro, per chi volesse raggiungerla con la macchina, per problemi di viabilità e parcheggio (in verità ce n’è uno sotterraneo, ma, mi dicono sia poco usato).

Ciò nonostante, noto che il flusso di avventori del mercato aumenta a vista d’occhio. Tanto che Paola va in soccorso della sorella.

Clara e Paola

Più che la quantità dei clienti però, noto la varietà.
Incravattati clienti ed eleganti signore, fanno la spesa prima di entrare in ufficio. Alcuni giusto un frutto, per la pausa. Altri chiedono che gli si metta da parte della roba che ritireranno dopo il lavoro, quando andranno a prendere i figli a scuola.

Ci sono anche turisti, capitati più spesso per caso che non indirizzati.

Ragazzi, con le loro enormi cartellette porta disegni: studenti della vicina facoltà di architettura.

Qualche anziana signora col suo carrellino.
Mamme, con pancione o figlioli nel passeggino. Pensionati in bicicletta col giornale sotto braccio.
Suore in saio nero, alla stessa bancarella di accaldate signorine in shorts.
Personale domestico, che cammina con due liste della spesa: per la sua famiglia e “per la signora”.

Noto anche dall’altra parte dei banchi c’è assortimento, non tanto di origini quanto di età.

L’ambiente lavorativo è quello di un piccolo paese, dove è umano stringere rapporti ma anche litigare; collaborare ma anche competere; stringere amicizie, darsi del tu e scherzare ma anche non provare simpatie e non parlarsi affatto.

Il mercato di sant’Ambrogio, tra la parte all’aperto e quella al coperto, è un vero e proprio centro commerciale, con bar e tavola calda. Si trova di tutto: frutta e verdura; carne; pesce; prodotti caseari; salumi; pane ecc Ma non ci sono solo generi alimentari: prodotti per la casa; abbigliamento; scarpe, accessori, fiori …

mercato

Non so dove andare!
Ancora una volta è la relazione con il cliente a farmi avvicinare a Francesca.

La ascolto mentre sconsiglia un’aspirante cliente dall’acquisto perché le scarpe che ha scelto non piaceranno a sua figlia: sono più “a vecchia”.

Francesca

Non si persegue lo scopo della vendita a tutti i costi. Conta molto di più instaurare un rapporto di fiducia col cliente. Perché è umano? Si, certo. Ma non è un atteggiamento scevro di conseguenze economiche: il cliente tornerà.
Il mercato vive di clientela fissa.

Francesca è socia in affari di Gabriele, gentilissimo ma invisibilissimo!
Loro hanno questo banco fisso e girano anche in altri mercati: in Viale de Amicis, ma anche a Prato e a Quarrata.

Francesca

Questo per loro è il mercato dove si lavora di più, relativamente ai problemi dati dalle condizioni atmosferiche, e per flusso di clienti.
E’ per certi versi “noioso” ,dice Gabriele, per via dei furgoni, essendo in centro. Ma loro hanno il magazzino vicinissimo.
Le scarpe che vendono sono un misto tra locale e globale: produzione toscana e importazione estera.

Tra i banchi di abbigliamento scelgo quello più particolare e dove noto bermuda accanto a cappotti. Qui conosco Cristina.

Cristina

Mi spiega che puntano sul prezzo da stock più che sulla stagionalità.

Sono capi d’importazione, soprattutto americani, marche specializzate.

Cristina

Cristina mi racconta che lavora qui dal 1984!
Le chiedo di narrarmi il mercato. La sua storia, la sua evoluzione.
Mi da una risposta che è una perla: è la stessa dell’economia!

Ho riflettuto molto sulla nostra chiacchierata e su tutta la mia mattinata al mercato: frasi dette dalle persone che ho incontrato, osservazioni, immagini viste, atomi di pensieri ancora fuori fuoco

pensieri fuori fuoco

Il piccolo mercato rionale subisce, innesca, produce e vive le stesse dinamiche che a livello macro sono dell’economia globale.

Così domanda e offerta, prodotti e prezzi si modellano e plasmano mentre sono plasmati dalla società.

Mercato rionale, si: quale rione? Il centro. Il centro di una città. Il centro che non è più residenza di famiglie fiorentine. E forse neanche di famiglie. Le case del centro sono per lo più abitate da studenti; extra-comunitari; lavoratori fuori sede; turisti. E la città, esplosa, con le famiglie che popolano le cinture urbane.

E penso anche al tempo, alla maledetta fretta che abbiamo, tutti.
Noi, generazioni nate negli ipermercati, o presto abituatici a luoghi comodi, benché più freddi, asettici, meno genuini (forse), ma aperti fino a tardi.

E chi non è mai entrato al supermercato, a 5 minuti dalla chiusura, ormai slittata alle 21:00?

Aperti anche la domenica. Anche nei giorni festivi.
Per non dire che si può fare la spesa anche senza uscire di casa:in internet…

Chiudo qui il post, perché è già molto lungo.

Ma tanto ci sarebbe ancora da raccontare e continuo a riflettere su queste dinamiche e sul piccolo mercato rionale, e mi rimane il dubbio se non era meglio quando sapevamo che il pane lo vendeva Franco.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Mamma mia... COMPLIMENTI! Domani con più lucidità me lo rileggo meglio. Comunque... BRAVISSIMA!!!

redderationem ha detto...

mi è molto piaciuto il gossip delle famiglie al mercato. anch'io sono un assiduo e mi piace più di s.lorenzo, più spersonalizzato e soprattutto invivibile all'esterno dell'edificio principale. s.ambrogio è ancora, decisamente, firenze.
io avevo dedicato un post a francesco, abiti usati e quadri. questo è il link:
http://lamentofirenze.blogspot.com/2007/03/mercato-di-sambrogio-franco-un-p-di.html
grazie per l visita ebuona scrittura.

Anonimo ha detto...

Complimenti Swing, non sono fiorentina ma capito ogni tanto da quelle parti. Quando viaggio amo cercare punti di vista "interni" ai luoghi, quelli di chi ci vive, di chi ne ha una percezione quotidiana e i tuoi post sono piccoli viaggi per me, mi lasci sbirciare la parte più viva della città, spesso così difficile da percepire al di là della coltre da prodotto turistico che ha assunto.

Unknown ha detto...

Bello ! Fa vedere un volto di Firenze più "umano" e assolutamente non turistico :-)

Anonimo ha detto...

Sei bravissima. Complimenti.

Anonimo ha detto...

Intervento carino, accettabile.

SCHERZO: Swing sei grande. Complimenti.. Questo post merita davvero. Mio auguro che il tuo blog vinca la possibilità di "sopravvivere".

Anonimo ha detto...

Che post interessante!Brava! :-D

Anonimo ha detto...

Ti faccio i miei complimenti: i tuoi fotoracconti sono molto belli e ben fatti. Il format che stai utilizzando è davvero, davvero, godibile e allo stesso tempo lascia interstizi mentali per riflettere. Brava! Continua, continua...:-)

Anonimo ha detto...

ah ma allora dovresti vedere cosa succede nella piazza 'dopo' il mercato... vedresti delle cose! Sono amico di uno degli operatori del quadrifoglio, lui lavora a s. ambrogio da una vita... peraltro sto giusto preparando un video su di lui e il suo lavoro, e ho fatto anch'io una ricognizione, in video però, del 'post' mercato, dalle 14 in poi...
molto interessante...
ah sono Alberto e preparo una web tv fiorentina. Felicitazioni per il tuo lavoro, va parecchio in profondità

Antonio LdF ha detto...

Maro', sei quasi artistica, ma non ti darò mai questa soddisfazione!
:-P

Anonimo ha detto...

una sola parola: BRAVA

Gaspare Armato ha detto...

Se chiudiamo gli occhi, sembra essere nella Firenze del 1400 o del 1500. Storia passata che si fa presente, fatti e misfatti di una gloriosa città che impregnano angoli, vie e viuzze.

Complimenti per il bel post.

Felicità

Rino, incantato.

Anonimo ha detto...

Mi associo ai complimenti! E' davvero molto bello leggere i tuoi post, sei una brava narratrice!

Swing ha detto...

jacopo m - lamento e gaudio - melanzina - s.b. - mary - matl - sara - 24frames - alberto - antonio - babilonia61 - michele vi unisco nel rispondere ma è separatamente che ringrazio ciascuno di voi. mi scuso per il ritardo di questa mia risposta e con l'occasione vi invito a tornare a breve per il prossimo reportage su cui sto lavorando. un abbraccio, a suon di swing