28 maggio 2007

Compattina Vs Reflex 1-0

Tutto ha inizio in uno di quei giorni da sellare il cavallo e galoppare lungo costa, tra la schiuma di onde furiose, col vento tra i capelli che spettina i pensieri …

In mancanza di cavallo, battigia e vento … ci si arrangia.

Finchè un qualcosa: una canzone, un rumore, un’immagine, che vibra la stessa tonalità dell'anima, non squarcia la coltre di pensieri.

stati d'animo

Scattata la foto, rinfilati gli auricolari, mentre a passo svelto riprendevo il cammino, mi sentii toccare la spalla. Mi voltai; una ragazzona muoveva le labbra. Levai gli auricolari. Investita dalla sua vocetta stridula rimpiansi l’effetto pesce. “ Hi! Sorry! Can I see?” e qualche altra cosa, che mi persi mentre, sull'orlo della commozione, contemplavo la stupenda reflex che aveva al collo. Il mio modello preferito tra l’altro.

Un po’ in soggezione, le mostrai la foto, ed altre in memoria.
Si soffermò su questa

tempio israelitico

Nel mentre le suonò il telefonino; ci salutammo con un sorriso e io mi allontanai.

Quattro brani dopo, e un principio di arcobaleno dentro, scattai questa foto.

brava Psiche

Stavo saltando giù dal muretto quando sentii: “Hi! Good idea!!! Wonderful!” .

Sorrisi, mentre mi chiedevo se mi stesse pedinando.

Guardò la foto e decise di scattarne una uguale.
Restai, rapita dall’apparecchio ed emozionata di vederlo all’opera.

Dopo dieci minuti e una quantità imbarazzante di tentativi, riuscì ad issarsi sul muretto.

Scattò varie volte, frignando perché non trovava la stessa inquadratura della mia foto.

Così si sporse un po’ di più e, perse l’equilibrio. Giusto un attimo, quanto basta a ripassare la vita. Si aggrappò al lampione e al mio braccio, teso ad aiutarla ( o a recuperare almeno la macchina? bah… non saprei ) .

Scesa a tempo di record dal muretto, mentre si allontanava parlava così veloce e, agitata, alzava di due toni la sua voce soave, che capii solo qualche parola qua e là.
Qualche "shit" di troppo, un "grazie" voltandosi e qualcosa circa la follia...

Ma niente foto!

Stretta tra le mani la mia fedele Psiche (la mia compattina) ripresi il cammino, sorridendo …

23 maggio 2007

I fiaccherai

sulla licenza vetturini, a Firenze , come in Francia, chiamati fiaccherai, dal francese fiacre: carrozza.

vetturini

Servizio pubblico divenuto turistico quando i taxi presero il posto delle carrozze, quello del fiaccheraio è un mestiere storico.

I fiaccherai sono gentili e ospitali, mi fanno accomodare in carrozza accanto a loro, come ospite in un salotto che non ha quadri bensì i palazzi e i monumenti della bella Firenze.

priscilla

Ma non amano mostrarsi, non vogliono apparire; parlano, si, ma relativamente per dire, solo accennare.

Così per tutto il primo giorno con loro.
Poi sono seguiti giorni di ricerche. E nuove interviste.

Quello che è emerso è un quadro di relazioni sociali complicate.
Dove pregiudizi antichi e proteste che piovono da più parte anche oggi, s’intrecciano e concorrono al loro sentirsi mal visti.

Mi raccontano che anticamente i fiaccherai non godevano di buona nomea.
Retaggio del tempo in cui era un lavoro offerto dal comune a chi usciva di galera perché permetteva alla polizia di sorvegliarli.
Un detto li accompagnava: “acqua alle ruote e vino agli uomini”.

Ma i tempi cambiano, le persone pure. Ora carrozze e cavalli non sono dati dal comune ma di proprietà dei fiaccherai.

fiaccherai

Le licenze si volturano o si ottengono per concorso. Per ottenere la licenza, sia per una nuova, sia per una cessione, sono necessari tre esami. Il primo verte sulla conoscenza dei cavalli. Il secondo sulla città: i monumenti, la storia. Il terzo è un esame pratico, in cui si testa la capacità di condurre una carrozza.

giro

Claudio mi fa presente che non ci sono esami di lingua straniera per avere la licenza, ma dato che i turisti sono per lo più stranieri, lui studia inglese, francese e spagnolo.

claudio

Attualmente le licenze rilasciate dal comune sono 12.
I dodici fiaccherai, tra cui due donne, sostano in attesa di clienti in Piazza Duomo ed in Piazza della Signoria.

pausa pranzo in piazza duomo

E qui giungiamo alle attuali proteste e interpellanze al Sindaco.
Per l’allontanamento dalla Loggia del Bigallo;

loggia bigallo

Proteste per l’occupazione della zona in ombra, preclusa così agli accaldati turisti (e i cavalli allora??); oppure per le deiezioni dei cavalli.

pulizia

Seduta in carrozza di fronte a lei, parlo con Arianna.
Un’infermiera professionale, divenuta fiaccheraia per passione e, aggiunge, un pizzico di incoscienza.

Riprova del suo amore per i cavalli, quello che sta coccolando non è neanche il suo.

passione per i cavalli

A proposito, ogni fiaccheraio ha due cavalli, che lavorano a giorni alterni per consentirgli un giorno di riposo.
Oggi Arianna è con Priscilla.

Quando le chiedo del lavoro, per prima cosa mi parla di cultura e rispetto degli animali; di quanto sia difficile tenere lontana la gente dai cavalli, che non si sa mai come possano reagire e sicuramente non amano essere stressati.

non toccare!

E’ un lavoro duro, che comincia nelle stalle alle 7:30, poi il tragitto -non privo di ostacoli- dalle cascine al centro, ed in centro, prima ancora che sulla carrozza, la responsabilità di gestire un cavallo tra gente poco accorta, frotte di turisti spesso indisciplinati, quasi sempre con scarsa conoscenza degli animali, bambini che corrono o si lanciano a toccare i cavalli, rumori che spaventano gli animali, macchine.

Mi rendo conto di tutto ciò fino in fondo quando in carrozza con Claudio, lo osservo mentre guida Conan nella giungla urbana. I pedoni passano davanti agli zoccoli del cavallo senza fare la minima attenzione e incuranti dello strombazzante clacson.
Ma Claudio, erede della licenza del padre, ha esperienza e Conan è ben addestrato.

giungla urbana

Per quanto possano essere tutelati da un’assicurazione, è certamente un lavoro tutt’altro che semplice.

È un lavoro inoltre strettamente legato a due cose instabili: il tempo e il flusso turistico.

Luca,(nella foto la sua cavalla Rosa), mi parla del turismo, di come sia profondamente cambiato.

Rosa

Da un turismo di élite, ad un turismo di massa; da vacanze lunghe a turismo mordi e fuggi: sette città in sette giorni, o quasi. Mi parla di quando la gente aveva soldi e, soprattutto, tempo di godersi la città, e il giro in carrozza poteva durare anche mezza giornata.
Ora il giro base dura una ventina di minuti.

Claudio illustra piazza della repubblica

Il conducente sceglie il percorso come crede, cambiandolo periodicamente per evitare che i cavalli prendano il vizio di muoversi sempre in quella data direzione.

Durante il giro fanno da guida ai turisti, dando loro informazioni varie: dalla storia dell’arte alla cultura popolare, alla ristorazione, alla vita delle strade che percorrono. Naturalmente il cliente può chiedere di raggiungere un luogo a sua scelta.

Le carrozze vengono anche prenotate per i matrimoni.
E m’invitano a tenerlo presente, in futuro … :-)

Ho cercato di raccontarvi questo lavoro, che se fosse una ricetta avrebbe un solo ingrediente principale: la passione.

serve passione

18 maggio 2007

alla ricerca dei lucchetti banditi

Facevano compagnia al bronzo di Benvenuto Cellini,

Benvenuto Cellini

ed erano così tanti da far notizia, in tempi non sospetti e senza la presenza di Scamarcio.
Erano, appunto, perché sono stati banditi da Ponte Vecchio.

cartello

Chi ha deciso di metterli fuori legge deve aver dimenticato com’è essere giovani e innamorati.

Ed ecco che una coppia, sprezzante del divieto, delle ronde, delle telecamere, a costo di essere multata, ha suggellato ugualmente qui il suo amore,

coppia impavida

ignorando che il lucchetto sarebbe stato tranciato all’alba.

Qualcuno invece sfida le leggi di gravità, pur di lasciarlo ad ogni modo sul Ponte

sul ponte

Ma la polizia controlla e se su Ponte Vecchio non si può, ecco che ogni posto è buono per il click che regala il sogno di eternità all’unione che celebra.

Questo è appena alla fine del Ponte. Anello tra anelli, aggrappato ad una catena

lucchetto

Romantici delusi dal divieto, scelgono di collocarli comunque in vista di Ponte Vecchio

oggi 033

Questi guardano Ponte Vecchio dal Ponte alle Grazie

guardando il ponte

Ma ne ho scovati anche sotto il Lungarno Gen.Diaz

eccone un altro

E all’inizio del Lungarno degli Archibusieri

lungarno degli Archibusieri

Quando ormai pensavo che la collocazione dei lucchetti mantenesse una logica di vicinanza col luogo da cui sono stati banditi, ne ho trovato uno nei pressi di Piazza della Parte Guelfa

nei pressi della piazza di parte guelfa

Ma nessuno credo batta in originalità questi

ai piedi del porcellino

alla base della nota fontana del porcellino.

Credo ce ne siano in ogni dove, sparsi quì e là per il centro.

Se potessi chiederei il suo punto di vista

ma tu che dici?

Non posso parlare per lui ma non credo che gli dessero poi così tanto fastidio.

E comunque, sempre meno dei piccioni!

17 maggio 2007

Firenze, Mercato del porcellino: sotto la Loggia, si lavora

seconda puntata...

Dopo Geanina, René e Marcell, ad un certo punto vi sarete chiesti : ma i proprietari??

Ci sono, ci sono!
Ne incontro uno, immerso nella lettura della gazzetta dello sport, pentito, in verità, di non aver seguito l’esempio di alcuni colleghi che oggi hanno "fatto festa" e sono andati al mare.

Proprietario dal 1989, di questo lavoro dice: se lo conosci lo eviti.
Osservate la foto...

proprietario invisibile

E' emblematico che non compaia: il proprietario è ovunque e in nessun luogo …

Come potrebbe essere diversamente? Ha tre banchi, gemelli.
In tutto la loggia ne contiene 42, compresa l’edicola.
Della vita del mercato dice che è come quella un piccolo paese.

La merce dei suoi banchi è prodotta nella zona di firenze, da produttori italiani ma, non lo nega, anche cinesi, per via dei bassi costi.

Noto un banco pieno di cappelli, ed è qui che conosco il Sig. Carlo

Sig. Carlo

La loro è un’attività familiare, titolari le due figlie. Hanno due banchi, uno vede pelletteria, questo diversifica l’offerta secondo la stagione.
Adesso vende cappelli ed altri articoli, molti in paglia.
La paglia è il vanto del sig Carlo, poiché in quello che fino ad una decina di anni fa veniva chiamato mercato della paglia, è rimasto l’unico a venderla ancora.

Il Sig. Carlo mi parla con nostalgia di quei tempi.
Tempi d’oro dell’artigianato.E dei prodotti.

Sig. Carlo

Sintesi delle difficoltà di un lavoro all’aperto, racconta di un’intera settimana di chiusura del banco per irrimediabile deterioramento dei prodotti a causa dell’umidità.

Sono le 17:00, domenica l'orario è ridotto. Intorno a noi commessi e proprietari si danno da fare a chiudere i banchi.
Anche il Sig. Carlo chiude

chiusura sig Carlo

chiusura

Ed ecco come si presenta la Loggia tra le 18:10 e le 18:30

banchi chiusi

Poi, tra le 18:30 e le 19:00, i ragazzi della cooperativa portano i banchi nei depositi.

che fatica!

Depositi che non sono limitrofi: alcuni si trovano nella zona tra via delle Terme e Borgo Santi Apostoli. Tragitto relativamente breve,

trasporto

ma altri sono tra Piazza della Signoria e Piazza Santa Croce!

versoil deposito

Tutto tra sampietrini, salite, discese, ostacoli di ogni tipo e con ogni genere di condizione atmosferica. La mattina dalle 6:30, la sera intorno alle 18:30.

Avanti e indietro.

Tutti i giorni.

Ed ecco la piazza verso le ore 19:00

loggia post mercato

Resta solo il porcellino,

cinghialotto stachanovista

e lui è sempre a lavoro...

16 maggio 2007

una giornata come tante ...

... in un centro commerciale particolare...

snipshot_e4rv3xb2h2b

Noto ai più come: Mercato del porcellino

Ed eccolo, nella sua posa da star, attorniato da fans

porcellino

Della fontana e del rito tutto turistico, tutti sono a conoscenza.

Quindi, non me ne volere cinghialotto, ma il protagonista qui sarà il mercato …

mercato nuovo

O meglio, chi sotto l’imponente Loggia, ci lavora e ci vive per buona parte della giornata, tutti i giorni (o quasi).

abitanti

Iniziando dall’invisibile Geanina

geanina

Qui Geanina, una giovane rumena, lavora come commessa, da due anni.
Ha un orario fisso, di otto ore al giorno, per sei giorni la settimana. Trova l’ambiente di lavoro sereno e collaborativo. Spiega che la posizione in cui si trovano i banchi non è fissa. La rotazione, resa necessaria dalla differente visibilità dei banchi, mantiene però i confini, così che ciascuno ha sempre gli stessi vicini, il che facilita le relazioni.

Dopo alcuni no al dialogo, a volte perché stranieri poco italofoni, altre semplicemente perché non hanno voglia, conosco René .

René è un nome che ricorderò: è il primo intervistato che accetta di firmare la liberatoria fotografica!!!!

René

Grazie!!!

René

René ha 36 anni, è originario del Brasile e vive in Italia da 8 anni.
Lavora qui al mercato, come commesso, dal 2000. È contento del suo lavoro, ciò che gli piace è l’ambiente che definisce dinamico. Conosce gente nuova ogni giorno, gente che viene da ogni parte del mondo.

Nel parlarmi del suo orario di lavoro, 8:30-18:30, coinvolge il suo collega, Marcell

Marcell

Marcell ha 24 anni, anche lui viene dal Brasile ma è in Italia da poco.

Mi spiegano che c'è una cooperativa incaricata del trasporto dei banchi da e per i depositi.

I commessi li trovano già lì, posizionati così come prevede la rotazione giornaliera.
Marcell si occupa di aprire il banco e sistemare la merce: borse di pelle.
Alla sera lo smonta, e lo chiude, aiutato da René.

chiusura banco

Il mercato è aperto tutti i giorni, eccetto nel periodo da novembre a febbraio, quando è prevista una chiusura settimanale, il lunedì.

Complessivamente intorno al mercato si lavora per circa 12 ore al giorno, per cui...

a domani, per la seconda puntata del foto-racconto

14 maggio 2007

uno "scatto" e 4 scatti...

Intanto che organizzo la quantità esagerata di materiale raccolta ieri per il reportage che pubblicherò nei prossimi giorni, una riflessione … Con tutta la buona volontà di rispettare le leggi sulla privacy, qualcuno è mai riuscito a scattare una foto a Firenze, di domenica, in pieno centro, senza beccare nessuna faccina???

148

Cogliere un istante in cui tra obiettivo e soggetto prescelto non c'è nessuno è impresa ardua. Se non addirittura impossibile, almeno improbabile.
La gente passa e spassa davanti a pazienti e meno pazienti obiettivi. Così d’improvviso ti ritrovi una testolina, un pennacchio di capelli, la punta di un naso che evidentemente non ha conosciuto chirurgo, una scarpa numero 46, una mano,ecc. tutta roba che prima non c’era. Mentre con abilità di consumato vigile urbano facevo avanzare un gruppetto che si era inchiodato,accortosi (stranamente) della mia macchina, ma non un passo prima né uno dopo il centro della mia inquadratura, il mio affettuoso pensiero ha percorso a ritroso l’evoluzione tecnica fotografica, indietro fino all’era pre- Leica. Ai tempi di posa e all’impossibilità, nella frenesia contagiosa che ci morde i talloni oggi, di procedere con lentezza, quella lentezza che non è qui arretratezza ma assaporamento, dilatazione dell’istante, lirica in terra di rap.
Poi però, quando hai uno spoetizzante, ma in cima alla tua lista dei santo subito, tastino che fa canc … torni all’oggi e vai avanti. Un po’ di ginnastica per i muscoli flessori delle braccia, rapidità nel polpastrello, un buon sistema anti vibrazioni ed è fatta!! Pare … poi scarichi le foto su pc e ti accorgi della potenza dei tuoi 10.1mp, al punto che, nonostante serri le labbra per impedirlo, e invano porti entrambe le mani a ostacolare il flusso d’aria intonato dalle corde vocali, un’esclamazione esce dalla tua bocca: toh, Ciccio era in centro ieri! … …
Ecco alcuni (miei) punti di vista su Firenze, … questi senza testoline, o quasi...

085

110

125

165